Il Torino sogna (e questa volta non vuole svegliarsi)
Casadei e Ricci stanno ridisegnando il centrocampo granata. Tra fisicità e gol il Toro ha ritrovato forma e serenità. Ma la vera sfida? Resistere alla tentazione di smontare tutto...
Fisico, gol e corsa: chi è Cesare Casadei, il nuovo volto del Torino
Nato il 10 gennaio 2003 a Ravenna, Casadei è recentemente approdato al Torino FC dopo i tentativi andati a vuoto del 2022, coronando finalmente il sogno del DS Vagnati di portarlo sotto la Mole. Un giocatore che nonostante la giovane età non ha bisogno di presentazioni, é il miglior realizzatore di sempre per l'Italia in un Mondiale di calcio (mondiale Under-20 in Argentina) in cui vanta, oltre ai 6 centri, il premio di MVP della competizione.
“Tutti e tre i fratelli giocavano a calcio e Cesare si è incaparbito così stando con loro perché essendo il più piccolino, lo mettevano dove volevano. E si è fatto valere”, racconta il padre Davide, ripercorrendo le origini del suo percorso. Spronato dalla famiglia, a soli quindici anni il giovane lasciò la casa natale per trasferirsi a Milano ed entrare nel vivaio dell’Inter.
Lui che da piccolo stravedeva per Zlatan Ibrahimovic, nelle sue prima apparizioni in granata sta dimostrando di aver ereditato dal campione svedese non solo la grinta, ma anche quello strapotere fisico negli scontri ed un istinto implacabile sotto porta. Ha raccontato infatti ai microfoni di DAZN: “Se vado in area é ovviamente solo quello é il mio pensiero, vado lì per far gol.”
Ricci e Casadei, il futuro è adesso: una mediana dal cuore azzurro
Dinamismo, inserimenti e una fisicità dominante da una parte; cervello, freddezza e ritmo dall’altra. Questi gli ingredienti della nuova mediana del Toro, un mix che sembra rispondere alla ricetta di Carlo Ancelotti: “Un centrocampo a due è il connubio perfetto tra cervello e cuore. Se entrambi pensano o entrambi corrono, il sistema collassa”. Stando a queste ultime giornate giocate assieme sembra che il Torino abbia finalmente trovato il suo equilibrio: Ricci, l’oramai “veterano esperto” di 23 anni, detta i tempi con la sua visione di gioco, mentre Casadei fa a sportellate e grazie alla sua fisicità diventa letale negli inserimenti. Sembra finalmente raggiunto quell’equilibrio che i granata stavano cercando da anni. Il Torino non é infatti nuovo ad un centrocampo a due tant’é che nel mercato invernale del 2022/23 si fece un investimento di ben 16 milioni sul presunto tassello definitivo: Ivan Ilić. L’esperimento, però, non decollò: caratteristiche troppo simili a quelle di Ricci e una fisicità insufficiente ne limitarono l’efficacia. L’arrivo di Casadei dal Chelsea, invece, si è rivelato la chiave del puzzle ideato da Paolo Vanoli. E i risultati parlano: due vittorie consecutive contro Milan e Monza, con un centrocampo finalmente funzionante e funzionale.
Elogiare la stagione di Ricci é un po’ come “insegnare a nuotare ai pesci”: i numeri e le prestazioni parlano decisamente da soli, tanto da attirare persino complimenti in quel di Manchester da Pep Guardiola. Quello che però sta facendo sognare in grande i tifosi é la sintonia immediata che sta trovando il rinnovato centrocampo granata nonostante i pochi minuti condivisi in campo. Un merito che però va esteso anche alla tre quarti: Elmas si é preso subito la titolarità nonostante peccasse di condizione e lo stesso ha fatto Casadei. Nikola Vlašić è rinato nel ruolo di trequartista nel 4-2-3-1, e Valentino Lazaro sulla destra ha già collezionato 6 assist stagionali, trovando una continuità e qualità nel gioco mai espressa prima. Il nuovo modulo di Vanoli sta restituendo lustro a una squadra sottovalutata. Un lavoro meticoloso, coronato da due vittorie non indifferenti perché, si sa, la fortuna aiuta gli audaci... ma il lavoro dell’allenatore di Varese é superbo a 360º.
Monza-Torino: una partita che fa sognare per davvero
Ieri ho avuto la fortuna di assistere all’U-Power Stadium di Monza alla partita delle 12:30 accompagnata da un sole primaverile. Una partita che per i padroni di casa potrebbe aver messo la parola fine con la condanna definitiva alla retrocessione in serie B. Per i granata invece, una vittoria carica di significato: gol dei nuovi acquisti Elmas e Casadei; Maripán che giganteggia in difesa e una squadra che sembra finalmente aver consapevolezza per ambire a traguardi importanti.
Nel recente passato, il Toro era solito sprecare punti contro avversari in lotta salvezza mentre quest’oggi, da grande squadra, é andata a Monza con la giusta grinta e con forza ha preso in mano la partita portandosi a casa i 3 punti ed anche la porta inviolata. A brillare sono stati soprattutto i nuovi volti. Elmas, reduce da un’esperienza in Germania deludente, ha cancellato ogni dubbio con un gol e una condizione fisica sorprendente per chi arriva da mesi di panchina. Sulla sinistra, Biraghi ha dispensato esperienza e precisione, trasformandosi in un punto di riferimento tattico.
La 27ª giornata di Serie A ha acceso nuovi entusiasmi tra i tifosi che possono concretizzarsi visto il favorevole calendario per le prossime ma sopratutto per i dettagli. Vanoli sta plasmando un gruppo coeso, dove anche chi arriva in ritardo di condizione—come Elmas—o chi sembrava smarrito—come Vlašić—trova immediatamente spazio e identità. Persino Valentino Lazaro, tanto criticato dai tifosi per delle partite non all’altezza, ha contribuito con una prestazione solida, raggiungendo addirittura quota 6 assist stagionali.
Il sogno granata? Dalla prossime settimane potrebbe non essere più solo una suggestione ma un progetto che inizia a camminare. Un passo alla volta intanto alla mano l’allenatore Varesino: due vittorie consecutive, un modulo che valorizza i talenti, e una mentalità trasformata.
Nonostante tutto è Cesare Casadei a rubare la scena: 6 tiri (4 in porta), il miglior dato stagionale di un giocatore granata, e una precisione nei passaggi da manuale—30 riusciti su 32 tentati, il 94% di accuratezza—e un meritatissimo premio di migliore in campo che se continuerà così, avrà ben presto buona compagnia.
Sarà la volta buona?
Il dubbio aleggia come un’ombra su ogni entusiasmo granata. Perché sì, questa volta il Torino sembra avere tutto: una mediana che respira all’unisono, un allenatore visionario e un giovane come Casadei che brucia gli avversari con la fame di chi ha ancora tutto da dimostrare. Ma la storia insegna che, troppo spesso, i sogni sotto la Mole si infrangono contro la cruda realtà del mercato: presidenti che smantellano, progetti interrotti, talenti venduti prima del climax.
Eppure, c’è qualcosa di diverso nell’aria. Vanoli non sta solo vincendo partite; sta costruendo un’identità. Casadei, Ricci, Elmas e Vlašić non sono pezzi isolati, ma ingranaggi di un meccanismo che funziona solo se resta intatto. Forse, per una volta, il Toro non dovrà rinascere dalle ceneri del mercato ma potrà crescere sulle fondamenta dei prestiti con diritto di riscatto. Il presidente é sempre lo stesso e il futuro molto probabilmente sarà con l’amaro in bocca ma il calcio, premia chi ha il coraggio di crederci fino in fondo—anche quando il vento soffia contrario.
Molto probabilmente finirà in libreria nella sezione Utopie ma forse come insegna la Nuova Atlantide di Francis Bacon questa volta un libro potrebbe andarci più vicino del previsto.